Anche quest’anno abbiamo avuto il privilegio di partecipare ad un seminar di Aikido guidato da Miles Kessler Sensei, nella splendida cornice dell’Aiki no Kokoro di Boves (Cuneo, Italia).
Un’esperienza totale, piena, sotto ogni punto di vista.
E’ stata anche la prima volta, in tutti questi anni, in cui una sessione di allenamento è stata dedicata al bokken. Vedere Miles dal vivo con il bokken e praticare con lui è un’esperienza che difficilmente si scorda.
Ed è proprio da uno degli aspetti trattati nel lavoro col bokken che attingiamo per parlare di questa esperienza.
Nel suo metodo didattico, Miles Kessler parla di “one centimeter game”, il gioco da un centimetro. Un’immagine efficace per trasmettere agli allievi l’importanza dell’estensione nella pratica -e non solo del bokken.
Basta un centimetro di estensione in più e l’attacco del tuo compagno è deviato.
Basta un centimetro di estensione in più e la punta del tuo bokken è nel centro del tuo compagno mentre il tuo centro è al sicuro.
Abbiamo avuto la possibilità di “incrociare il bokken” con Miles per praticare go no awase. Un esercizio che nella nostra scuola è considerato programma tecnico per le cinture verdi (terzo kyu).
Assorbire gli attacchi di Miles è un’esperienza particolare. Non ti trovi di fronte a una persona che fa valere i suoi decenni di esperienza -o la sua forza muscolare, o il grado- per sovrastarti.
Anzi.
Però senti, anche a livello fisico, che sei investito da una presenza totale. Da un movimento totalmente integrato. Corpo, tecnica, intenzione, volontà, connessione: tutto si concentra su quel pezzo di legno.
Con Miles Kessler impari che un più alto livello di pratica parte da cose piccole, da piccoli cambiamenti.
Da un centimetro di estensione in più, che è la misura che separa una piena consapevolezza da una presenza (sul tatami come fuori) che spesso è solo fisica e quindi parziale.
Descrivere la pratica e la didattica di Miles Kessler significa quindi descriverne la persona. E viceversa.
Una pratica ed una didattica che sono credibili perché lo è la persona. E viceversa.
Miles è chiaro e preciso ma non dogmatico, perché la sua esperienza di otto anni di pratica a Iwama gli ha dato chiarezza e la sua crisi e rinascita spirituale negli anni di monastero in Birmania e in Nepal lo hanno spinto oltre il dogmatismo tecnico.
Offre una pratica integrale perché lui per primo ha fatto quel passaggio dal “falso sé” all’ “autentico sé” usando le finalità della disciplina che pratichiamo. E non il contrario, usando piuttosto una disciplina per cementare un bozzolo da cui non uscire mai. O per creare un personaggio, l’ennesimo guru.
Dà una rappresentazione solida, potente e totale dell’Aikido, rimanendo tuttavia fluido e morbido, dando prova di una piena integrazione e reale comprensione dei principi incarnati nella sua pratica.
Miles è un maestro che non ha bisogno di incutere timore o di sottolineare la sua autorità, creando distanza. La sua autorevolezza è spontanea. Si percepisce che lui è quello che dice. E tanto basta per ricordare agli allievi la necessità di una pratica serena ma attenta, di una presenza consapevole manifestata con la postura e quel po’ di silenzio a fine sessione che aiuta la rielaborazione.
In un parola, Miles è un maestro “totale”. Una persona che ha deciso con chiarezza dove e perché investire la sua esistenza e ha fatto della condivisione del suo percorso la sua missione, prima ancora della sua professione.
Per questo scrivevamo che è un privilegio partecipare a questi eventi. Sia perché la pandemia ci ha riabituati a non dare per scontato nulla. Sia perché, in un’epoca di maschere, poter rispecchiarsi in persone genuine e credibili fa bene.
Fa bene anche e soprattutto perché mette in luce le nostre ombre: attitudinali, tecniche, mentali, emotive… Pensavamo di sapere e invece scopriamo di non sapere ancora.
O meglio, che per trasformare quello che sappiamo in quello che possiamo essere, basta quello sforzo di un centimetro per venire alla luce, lasciando andare le nostre ancore a cui ci teniamo disperatamente aggrappati.
Miles Kessler, VI Dan Aikikai, vive e lavora a Tel Aviv dove ha fondato e dirige l’Integral Dojo. Sposato e padre di due figlie, inizia la pratica dell’Aikido a Dallas, Texas. Lascia gli Stati Uniti, dove è nato, per trascorrere otto anni in Giappone, dove studia ininterrottamente Aikido a Iwama come allievo di Morihiro Saito, presso il quale vive anche l’esperienza di uchideshi per un anno. Negli otto anni successivi vive l’esperienza di ritiri in Birmania, dove viene introdotto alla meditazione Vipassana, che raffina in analoghe esperienze in Nepal. Dedica quindi la vita all’insegnamento dell’Aikido ed alla pratica della meditazione come strumenti per supportare la piena crescita individuale e la consapevolezza. Ha al suo attivo una ricca attività di pubblicazioni di strumenti per la formazione.
Promotore di differenti format didattici innovativi, durante il periodo trascorso a Iwama incontra Patrick Cassidy, VI Dan Aikikai. Insieme sono conduttori di eventi internazionali come il Riviera Seminar. Patrick Cassidy è il fondatore dell’Evolutionary Aikido Community. Patrick e Miles sono i riferimenti principali della nostra comunità di pratica.
Credits: foto per gentile concessione di Gisella Re – Aiki no Kokoro ASD